Bitto DOP Alpeggio e natura
La denominazione di origine protetta, meglio nota con l'acronimo DOP, è un marchio di tutela giuridica della
denominazione che viene attribuito dall'Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative
dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
L'ambiente geografico comprende sia fattori naturali (clima, caratteristiche ambientali), sia fattori umani
(tecniche di produzione tramandate nel tempo, artigianalità, savoir-faire) che, combinati insieme, consentono
di ottenere un prodotto inimitabile al di fuori di una determinata zona produttiva.
Affinché un prodotto sia DOP, le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in
un'area geografica delimitata. Chi fa prodotti DOP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel
disciplinare di produzione. Il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo. Ecco perché quando scegli una DOP, scegli l’eccellenza, la tipicità, la sicurezza. Ecco perché è #megliodop !
Bitto DOP Alpeggio e natura
FORMAGGIO BITTO... Un'antica tecnica
di lavorazione
Il Bitto si produce esclusivamente con il latte prodotto negli alpeggi della provincia di Sondrio e di alcuni comuni limitrofi dell'Alta Valle
Brembana (Averara, Carona, Cusio, Foppolo, Mezzoldo, Piazzatorre, Santa Brigida e Valleve) e della provincia di Lecco (Introbio e Premana).
Ai Celti si fanno risalire l'antica tecnica di lavorazione e il nome Bitto 'Bitu' che significa perenne. Il periodo di produzione è esclusivamente estivo e coincide con la monticazione degli alpeggi, tra l’1 giugno e il 30 settembre. Una storia ricca di aneddoti, fascino e tradizione per una DOP che prende forma sopra i 1.500 metri. DAL LATTE appena munto
Il Bitto è prodotto con latte vaccino intero appena munto con l'eventuale aggiunta di latte caprino in quantità non superiore al 10%.
L'alimentazione delle bovine da cui deriva il latte è costituita prevalentemente da erba di pascolo degli alpeggi dell'area di produzione.
La cottura della cagliata avviene ad una temperatura compresa tra i 48° e 52°C. La stagionatura deve essere protratta minimo 70
giorni e inizia nelle casere d'alpe. Il Bitto ha forma cilindrica, regolare, con superfici piane di diametro tra i 30 e i 50 cm; lo scalzo è
concavo a spigoli vivi alto 8-12 cm; il peso varia da 8 a 25 kg. La pasta, di colore da bianco a giallo paglierino, è caratterizzata da una
struttura compatta, con occhiatura rada ad occhio di pernice. I profumi DELL'ALPEGGIO
Il sapore del Bitto è dolce, delicato e racchiude in sé i profumi dell'alpeggio; diventa più intenso con il procedere della maturazione, che
può essere protratta addirittura sino a dieci anni, per diventare una delle più ricercate prelibatezze nel mondo dei formaggi, da accompagnare
con un pregiato bicchiere di vino rosso D.O.C.G. di Valtellina.Scopri #ricette e idee gourmande sul #bittodop anche su fb!
Crediti foto: Silvia Poli/Puracomunicazione.it